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Catalunya Religió
Fotografia: G. Simón – R. Ripoll | Arquebisbat de Barcelona
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(Laura Mor –CR) Alcuni rami d’ulivo hanno rappresentato domenica scorsa l’impegno di pace dei cristiani per la creazione. Quasi 800 persone di diverse confessioni hanno pregato per rinnovare la “casa comune” alla vigilia della festa di S. Francesco. L’hanno fatto nella basilica della Sagrada Familia, nel corso di una veglia ecumenica straordinaria che spinge a rivedere l’agenda ecclesiale: i cristiani devono lavorare per la cura della natura e devono farlo insieme.

I rappresentanti delle principali confessioni cristiane hanno pregato, in concreto, per i frutti del prossimo 26º vertice sul clima, che l’Onu celebrerà tra un mese. La COP26 si terrà a Glasgow dal 1 al 12 novembre. È uno dei punti su cui si sono concentrati un mese fa Papa Francesco, il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo e l’arcivescovo di Canterbury Welby. “Se pensiamo all’umanità come una famiglia e lavoriamo insieme verso un futuro fondato sul bene comune, potremo trovarci a vivere in un mondo molto diverso”. Così si esprimevano nel messaggio congiunto per la protezione del creato firmato l’1 settembre. E che sottolinea la necessità di una strategia condivisa.

I tre leaders hanno indicato un urgente cambio di atteggiamento che domenica è stato ripreso nella Sagrada Familia. Il vescovo della Chiesa spagnola riformata episcopale Carlos Lopez, ha letto un frammento di quel messaggio che ricorda che “scegliere la vita significa fare sacrifici ed esercitare la sobrietà”. La presenza formale di una cinquantina di associazioni, chiese e comunità cristiane conferma che la Chiesa in Catalogna ci crede e mostra un impegno pubblico fondato su una medesima spiritualità ecosociale.

Il cardinale arcivescovo di Barcellona, Joan Josep Omella, ha fatto un appello simile terminando la preghiera: “Dobbiamo avere uno sguardo nuovo, uno stile di vita e una spiritualità che comportino una resistenza di fronte al dominio del mercato e della produzione e del consumo smisurati”.

Nel suo intervento ha chiesto di avviare “misure correttive al nostro sistema capitalista” perché “l’economia è al servizio delle persone e della casa comune, non il contrario”. E ha ripetuto il messaggio che emerge dal racconto biblico della creazione: “La terra ci precede e ci è stata affidata, noi siamo solo umili amministratori”.

L’evento è stato condotto da Maria Bargalló, coordinatrice della Rete Laudato Si’ e vicepresidente di Giustizia e Pace di Barcellona. Omella, Carlos Lopez e Christodoulos hanno presieduto dal presbiterio. Intorno a loro si sono riuniti rappresentanti delle diverse confessioni cristiane, provenienti da una dozzina di realtà ecclesiali diverse.

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