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L’inventiva ecclesiale durante il lockdown non deve sparire

(CR) Manca ancora la prospettiva per un’analisi distaccata e complessiva. Ma le comunità cristiane considerano l’accompagnamento come un valore essenziale che hanno saputo preservare durante la pandemia e che converrebbe potenziare in futuro. Allo stesso tempo, si apre il dibattito su come utilizzare le risorse virtuali per approfondire l’esperienza cristiana, senza trascurare il fattore umano. Si sono espressi in questi termini martedì scorso i partecipanti al primo dibattito su “La Chiesa dopo il lockdown”.

A Girona un ufficio informazioni e accompagnamento delle vittime di abusi

(Bisbat de Girona) La Diocesi di Girona ha istituito un ufficio informazioni sugli abusi sessuali e l’accompagnamento delle vittime, con l’obiettivo di facilitare e assicurare che le notizie o denunce su possibili abusi all’interno della Chiesa siano trattati nei tempi e in accordo con la legislazione canonica e civile, rispettando i diritti di tutte le parti coinvolte. L’apertura di questo ufficio risponde alla normativa disposta da Papa Francesco con il Motu Proprio “Vos estis lux mundi”.

Laura Mor: “Lungi dall’isolarsi, la Chiesa ha espresso fiducia”

(Glòria Barrete –CR) Chiese chiuse, messe senza fedeli, una comunità ad alto rischio di contagio, isolamento domiciliare per due mesi, centri sociali chiusi, ospedali stracolmi. Questo, grosso modo, è il panorama provocato dalla pandemia sanitaria da Covid 19. E la Chiesa che ha fatto in questo tempo?

Messe con i fedeli da maggio ma deciderà ogni diocesi

(Jordi Llisterri-CR) A partire dall’11 maggio si potrà tornare a celebrare messe con la presenza dei fedeli ma la decisione finale dipenderà da ogni diocesi e in ultima istanza dal senso comune di ogni parroco e dei responsabili delle comunità religiose con culto pubblico. In ogni caso, viene prorogata la dispensa generale del precetto domenicale, soprattutto per gli anziani, i malati o in situazioni di rischio per evitare che escano.

A Barcellona si prevede la prima messa concelebrata con sacerdoti il 19 giugno

(Jordi Llisterri-CR) L’arcivescoov di Barcellona, cardinale Joan Josep Omella, ha inviato una lettera al clero diocesano per concretizzare alcuni passi verso la ripresa delle celebrazioni nelle parrocchie. Non fissa una data specifica in attesa di sapere in quale giorno di maggio il territorio diocesano sarà incluso nella Fase 1 (quella che permette l’apertura delle chiese con una partecipazione limitata un terzo della capienza, ndt) ma annuncia due date per riprendere gli eventi comunitari.

Coronavirus: morto il primo sacerdote catalano

(CR) È don Joan Cuadrench il primo sacerdote catalano morto a causa del coronavirus. È scomparso venerdì scorso, 20 marzo. Sacerdote diocesano e rettore nei quartieri di Verdum e Roquetes a Barcellona, aveva 77 anni. Dieci giorni prima l’Arcidiocesi aveva reso noto che il sacerdote era risultato positivo al Covid 19 e che erano stati messi in atto i protocolli sanitari di isolamento delle persone che erano entrate in contatto con lui.

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