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Catalunya Religió
Joan Planellas
Foto: Ateneu Universitari Sant Pacià

CRIl progetto "Legge Trans" del Parlamento della Catalogna è oggetto e dibattito della lettera domenicale del 17 marzo dell'arcivescovo di Tarragona, Joan Planellas. Nella lettera, l'arcivescovo critica aspramente il fatto che a partire dai dodici anni i bambini diventino superadulti, “perché la proposta di legge prevede che prevalga la volontà di questi bambini qualora decidessero di voler trasformare i propri corpi e le proprie identità amministrative”.

Se la famiglia non è d'accordo, spiega Planellas, allora la Generalitat (Governo della Catalogna, ndt) proporrà un mediatore. Ma non per mediare, ricorda l'arcivescovo, bensì semplicemente per garantire che “la decisione finale rispetti l'opinione del minore”. Se le cose stanno così, afferma, il fatto che i genitori stessi si oppongano all'adozione del punto di vista del bambino sarà un esercizio di violenza familiare che, a quel punto, potrà autorizzare la Pubblica Amministrazione ad intervenire. "Se questo disegno di legge verrà approvato, la madre e il padre effettivi di tutti i bambini nel nostro paese potranno chiamarsi Generalitat de Catalunya", afferma Planellas.

Negli ultimi anni, spiega l'arcivescovo di Tarragona, abbiamo subito "un bombardamento transgenderista, che ci è stato imposto dall'istruzione alla sanità, sul fatto che non ci sono due sessi ma tanti, che il sesso si può cambiare, che esiste una "identità di genere" innata oltre al corpo sessuato, che il diritto alla salute passa attraverso l’autodiagnosi e il trattamento medico su richiesta, e che criticare queste convinzioni diventa un crimine d’odio paragonabile al fascismo”. E chiede, “per il bene dei nostri bambini e adolescenti”, di fermare “queste sciocchezze”.

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