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El santuari de Monserrato a Porto Azzurro, Elba.

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Manuel Manonelles –CR Continuiamo il nostro itinerario senza lasciare il Mediterraneo occidentale, poiché la presenza di Montserrat è viva ancora oggi o ha un’eredità storica, su altre tre isole dell’area. Parliamo nello specifico dell'isola d'Elba, seguita da Malta e infine dalla Corsica. È una nuova puntata di "Montserrat nel mondo".

Sull'isola d'Elba, più precisamente a Porto Azzurro, dal 1606 troviamo uno dei santuari dedicati alla Madonna di Montserrat più pittoreschi che esistano. Si tratta di un edificio costruito agli inizi del XVII secolo come ex voto di un governatore spagnolo che aveva invocato la Madonna durante una tempesta mentre navigava lungo la costa antistante Porto Azzurro, all’epoca Porto Longone.

Situato su un promontorio a tre chilometri dal centro abitato, il santuario gode di una magnifica vista sulla sua valle che sbocca sul mare, e nel corso dei secoli XVII e XVIII fu luogo di importanti pellegrinaggi. La tela della Madonna è dello stesso periodo del santuario e continua ad avere una forte devozione dei residenti, che celebrano la festa l'8 settembre, con atti liturgici, una processione, e anche un corteo storico nel centro della cittadina, che si conclude in notturna con uno spettacolo pirotecnico.

Ai piedi del santuario si trova il Casale di Monserrato, anch'esso del XVII sec., utilizzato all'epoca come alloggio degli ecclesiastici che officiavano nel tempio. Attualmente è stato adibito a struttura ricettiva, ma si sa che fu visitato e utilizzato saltuariamente da Napoleone, durante il suo primo esilio sull'isola.

La presenza di questa devozione sull Malta sarebbe legata principalmente al catalano Tomàs Gargall, che fu vescovo dell'isola

Dall'Elba passiamo a Malta dove, anche se oggi non siamo a conoscenza di alcuna cappella o altare dedicati alla Moreneta, sappiamo che storicamente ce n'erano stati diversi. La presenza di questa devozione sull'isola sarebbe legata principalmente – anche se non esclusivamente – al catalano Tomàs Gargall, che fu vescovo dell'isola tra il 1578 e il 1614. Originario di Collbató, da bambino fu scolaro nel monastero di Montserrat, entrando successivamente nell'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme e Malta.

Durante il suo lungo mandato introdusse la presenza dei gesuiti sull'isola, precisamente nella nuova capitale, La Valletta, e proprio nella chiesa edificata da questo nuovo ordine Gargall avrebbe favorito la realizzazione di una cappella dedicata alla nostra Madonna. Attualmente in questo tempio è conservata anche la lapide sepolcrale del vescovo.

Sempre Gargall avrebbe fatto realizzare anche una seconda fondazione a Birgu, anticamente conosciuta come Vittoriosa. Lì, nella chiesa di San Lorenzo, per anni ci sarebbe stata un'altra cappella monserratina. Ci rimane solo una vecchia fotografia del dipinto che ritrae la Madonna con il vescovo inginocchiato accanto a lei come donatore.

Sempre a Birgu troviamo l'attuale chiesa della Santissima Trinità, che inizialmente fu costruita e dedicata, nel 1462, alla nostra santa patrona su iniziativa della famiglia de Guevara, allora governatori del vicino castello Sant'Angelo. Questa chiesa cambiò denominazione nel 1784, e l'edificio attuale è il risultato della sua ricostruzione a partire dal 1945, poiché fu colpito dai bombardamenti tedeschi dell'isola durante la Seconda Guerra Mondiale. Inoltre, nonostante il cambio di nome sia piuttosto antico, la strada in cui si trova conserva il suo nome originale, e quindi in maltese si chiama Triq Il-Madonna Ta' Monserrat.

E infine arriviamo in Corsica dove alla periferia di Bastia, nel nord dell'isola, in una zona montuosa, si trova un eremo dedicato alla nostra Madonna. Originario del XVI secolo, fu distrutto dai genovesi nel 1761, durante le guerre legate all’effimera Repubblica Corsa. Fu ricostruito agli inizi del XIX secolo su iniziativa di padre Lorenzo Lucciana. Dal 1884 ospita una "Scala Santa", frutto di un privilegio concesso molti anni prima, nel 1816, da Papa Pio VII in segno di gratitudine per l'accoglienza che la città di Bastia aveva riservato agli oltre 400 sacerdoti romani che vi erano andati in esilio durante il conflitto tra il papato e Napoleone.

Durante la Seconda Guerra Mondiale il tempietto subì notevoli danni, e venne ricostruito nel 1977 dal comune. All'interno è custodita un'immagine in alabastro della Madonna di Munserrà – come si dice in corso - datata 1637, che, pur essendo genovese, ricorda molto i modelli della bottega dei Gagini che troviamo in Sicilia e di cui abbiamo parlato nell'ultima puntata.

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