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Catalunya Religió
200 anys Vedruna
[Foto: Vedruna Catalunya Educació]
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Fundació Vedruna Educació / CR In Catalogna, prima che esistesse una rete di istruzione pubblica, le sorelle Vedruna c'erano già. Presto saranno 200 anni da quando, da Vic, Santa Joaquima de Vedruna iniziò ad aprire scuole (e ospedali) in tutto il territorio. La maggior parte perché gli stessi Comuni le chiedevano di mandare due o tre sorelle ad avviare queste opere. Santa Joaquima ne aprì 21 anni prima di morire e la congregazione delle Carmelitane della Carità Vedruna è arrivata ad essere presente in 137 città catalane, oltre a diffondersi in tutto il mondo.

200 anni dopo, le 37 scuole della Fundació Vedruna Catalunya Educación (FVCE) hanno aperto le celebrazioni per commemorare il bicentenario della congregazione delle suore Carmelitane della Carità Vedruna. L'Università di Vic - UCC ha ospitato il primo degli eventi che culmineranno in una celebrazione solenne il 26 febbraio 2026. Tre corsi scolastici che le scuole propongono come omaggio alla Congregazione e a Joaquima de Vedruna.

Suor Montserrat Espinalt, presidentessa del patronato della Fondazione, ha sottolineato la dimensione "pionieristica in Catalogna di un lavoro educativo popolare" a partire da una "vocazione cristiana". Attualmente con 37 scuole che, fin dalle loro origini, hanno "una forte vocazione di servizio pubblico". La presidentessa del patronato ha chiesto a tutta la comunità educativa di "contribuire all'umanizzazione degli studenti" e di farlo partendo da "progetti che diano risposta all'erosione della dignità e dei diritti umani, alla crisi ambientale, alle crescenti disuguaglianze, al populismo politico, all'accelerazione tecnologica e digitale priva di etica e all'incertezza nel futuro del lavoro e della ricerca di senso”.

Espinalt ha fatto riferimento anche a papa Francesco quando ha chiesto di “educare lo sguardo”, come guardare gli altri: “gli studenti si umanizzano quando riconoscono l'altro e si mettono al servizio degli altri”.

La provinciale delle Vedruna d'Europa, M. Dolors Sitjes, ha espresso l'auspicio che gli eventi celebrativi “risveglino ancora di più la curiosità e l'interesse nel sapere cosa vuol dire essere una Vedruna”. E ha descritto Joaquima come “una donna che ha saputo insegnare, accompagnare, guidare, guarire e amare”.

È stato spiegato che Joaquima promosse la scolarizzazione delle ragazze, soprattutto nei paesi dove non arrivava nulla, e come queste scuole fossero nate già con una vocazione di servizio pubblico. Quando nel 1826 iniziò l'opera delle Vedruna, si stima che in Catalogna vi fossero solo 5.000 ragazze scolarizzate, su un totale di 30.000 bambini che frequentavano la scuola.

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