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Catalunya Religió
Fotografia: Unió de Religiosos i Religioses de Catalunya
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(URC/CR) Dopo mesi in cui le misure sanitarie l’avevano impedito, l'Unione dei Religiosi della Catalogna (UCR) ha svolto la sua assemblea generale in presenza. In questa 82ma riunione, i principali responsabili di istituti religiosi e di vita consacrata in Catalogna si sono ritrovati con l'accompagnamento del vescovo di Vic, Romà Casanova. Nel periodo della pandemia la vita religiosa ha visto la scomparsa di molti compagni e compagne di strada, circostanza che Eduard Rey, presidente dell'URC, ha ricordato nel suo discorso di apertura.

Con il motto “E’ il momento di ritrovarsi”, è stato posto l'accento sulla gioia di questo incontro. un momento atteso dopo le restrizioni e le difficoltà vissute nel periodo della pandemia. In questo senso Eduard Rey si è riferito a questi tempi “di inquietudine, angoscia e paura”. Ha sottolineato l'esistenza di fazioni ma, ha detto, il COVID-19 ci ha messo tutti “dalla stessa parte, quella della debolezza”. “E’ venuto a ricordarci quello che afferma la Bibbia quando dice che siamo di fango".

Rey ha ricordato coloro che sono morti o hanno sofferto le conseguenze della pandemia. “Il colpo è stato duro per residenze e centri sanitari che molti di noi gestiamo, ma è stato difficile anche per le scuole o i diversi centri di accoglienza”. Allo stesso tempo, Rey ha sottolineato le opportunità, per esempio, grazie alla tecnologia, con “le videoconferenze, delle quali abbiamo scoperto con ammirazione le possibilità e di tanto in tanto anche i limiti”.

Nel suo intervento Rey ha fatto riferimento alla situazione politica attuale. Ha ringraziato i vescovi catalani per la nota in cui affermano che “siamo convinti della forza che hanno il dialogo e le misure di grazia in ogni situazione di conflitto". Come ha spiegato Rey, “aderiamo al contenuto e allo spirito”. Ha sottolineato anche l'idea dei vescovi che assicurano che la situazione politica del nostro paese “ha bisogno di qualcosa di più della mera applicazione della legge”. “Come lascia intendere la nota dei vescovi - ha continuato fra Eduard - gli indulti o qualsiasi altra misura del genere possono contribuire a interrompere la logica delle fazioni in cui malauguratamente molti si sono radicati da tempo. Preghiamo perché tra tutti sappiamo approfittare di questo passo e vedere come tradurre in decisioni politiche le differenze di senso di appartenenza e di identità che ci sono nella nostra società”.

“Speriamo che questo gesto contribuisca a trovare nuove strade che non accontenteranno mai tutti ma che ci possano permettere di avere la sensazione che camminiamo verso una meta e che la logica delle fazioni e delle paure venga abbandonata” ha concluso.

Come in tutte le assemblee c'è stato un tempo riservato alla riflessione e al dialogo. Il tema principale ha riguardato la situazione e le prospettive delle scuole delle congregazioni, la cosiddetta scuola concertata, in Catalogna. Un tema che tocca da vicino molte congregazioni. Come ha ricordato Rey, “la URC ha proposto di aprire canali di dialogo e confronto tra quanti si trovano nella difficile situazione di decidere cosa fare della scuola che per tante ragioni si comincia a vedere come non più sostenibile”.

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