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Catalunya Religió
Galeria d'imatges

(Glòria Barrete –CR) Matteo, Marco, Luca e Giovanni hanno già un volto e la data di collocazione sulla Sagrada Familia. A metà del 2021 le torri dei quattro Evangelisti e quella di Gesù saranno terminate ma già nel primo trimestre del prossimo anno le torri arriveranno alla base delle sculture, a 112,5 metri d’altezza.

Gaudí ha dedicato quattro delle sei torri centrali del tempio agli Evangelisti che rappresentano la parola di Gesù. L’architetto voleva coronare tali torri con dei terminali nei quali aveva proposto di inserire le preghiere Amen e Alleluja e una scultura con il libro e le figure alate con cui l’iconografia cristiana rappresenta gli Evangelisti. Torri che secondo Esteve Camps, presidente delegato della “Junta Constructora della Sagrada Familia”, hanno già superato la soglia dei 100 metri. Camps ha espresso anche la sua soddisfazione per aver ottenuto finalmente la licenza edilizia necessaria, dopo l’accordo con il Comune di Barcellona. Il confronto continuerà per condurre a termine il progetto della facciata della Gloria.

Le sculture degli Evangelisti sono opera dello scultore Xavier Medina-Campeny. Le sculture sono alate, come indicato da Gaudí, e ciò, afferma Jordi Faulí, architetto direttore delle opere della Sagrada Familia, conferirà alla composizione “l’illusione di essere una corona a mo’ d’aureola della torre di Cristo”.

Campeny, che non aveva mai realizzato opere religiose, ha detto che questo lavoro, iniziato tre anni fa, lo ha “assorbito molto” ma è stato “molto gratificante” ed “è stato un grande momento”. L’artista, originario di Barcellona, ricorda ancora come da piccolo era uscito con il salvadanaio a domandare offerte per il tempio di Gaudí. Per avvicinarsi alla trasposizione simbolica delle figure, Campeny è andato anche a trovare padre Rovira Belloso, teologo di riferimento in Catalogna, morto nel giugno 2018. Ora che la sua opera farà parte dello “skyline” della città, Campeny spiega con orgoglio che ha lavorato “in grande armonia con gli architetti del tempio”, creando una unione “organica e geometrica miracolosa”.

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