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Catalunya Religió
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(Glòria Barrete –CR) Ventiquattro monasteri femminili benedettini da alcuni mesi hanno formato una nuova congregazione religiosa intitolata a Santa Ildegarda. Un nuovo modo di relazionarsi tra monasteri, guadagnando autonomia, facendo rete e dotandosi di maggiori risorse organizzative che ha iniziato il suo percorso in piena pandemia.

In Catalogna ne fa parte il monastero di Sant Pere de les Puel·les. Non si può parlare di unificazione come è avvenuto nei casi di altri ordini e congregazioni esistenti, ma della creazione di una nuova congregazione. “Abbiamo dato vita a un nuovo modo di relazionarci” afferma Esperança Atarés, badessa del monastero benedettino di Sant Pere. Quando esistevano le federazioni, ogni monastero era autonomo, il consiglio federale non aveva facoltà sui singoli monasteri e la presidente federale, per esempio, non faceva visite in un altro monastero. Ognuno valeva per sé.

Nel 2014 tutte le monache di vita contemplativa del mondo ricevettero da Roma un sondaggio per conoscere la realtà attuale, le necessità e il loro parere su alcune questioni organizzative. Le monache benedettine di Spagna, allora riunite in quattro federazioni, videro un’opportunità di crescita e approfittarono dell’inchiesta per chiedere una nuova opzione organizzativa, la creazione di una nuova congregazione. La risposta fu affermativa. Durante cinque lunghi anni si sono preparate le Costituzioni e gli Statuti attraverso una commissione di lavoro con la partecipazione delle quattro federazioni esistenti. Finalmente a dicembre 2019 fu approvata l’erezione canonica.

Il monastero rimane autonomo nella sua quotidianità ma ora c’è una badessa presidente della congregazione che fa una visita canonica in ogni monastero. La nuova congregazione riunisce 24 monasteri di benedettine in Spagna e non dipende dal vescovo diocesano ma dal Consiglio e dalla badessa presidente.

“L’obiettivo principale è unirci di più e lavorare di più nel nostro carisma benedettino” dice Atarés. Favorirà anche la formazione dei monasteri. “Ci fa crescere e stare più in comunione con le altre monache”.

La congregazione prende il nome da Ildegarda di Bingen, monaca benedettina con capacità straordinarie in ambiti differenti, come la teologia, la scienza o la liturgia. “Una persona dotata di molti carismi e una santa. Abbiamo cercato su internet per sapere se questo nome era già stato preso e invece no” spiega ancora Atarés. “Siamo state molto contente perché è una benedettina, una figura ancora sconosciuta, che ci porta a farla risaltare ancora di più”. E poi è donna. Per quanto possa sembrare paradossale, Atarés ricorda che molte congregazioni femminili prendono nomi di uomini: “Volevamo che la nostra patrona fosse una donna”.

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