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Catalunya Religió
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(Caputxins/Bisbat de Vic) La basilica di Santa Maria de la Seu di Manresa ha ospitato sabato scorso la beatificazione di Benet de Santa Coloma de Gramenet, Domènec de Sant Pere de Riudebitlles e Josep Oriol di Barcellona, prima beatificazione celebrata a Manresa e nella diocesi di Vic. Durante la cerimonia, presieduta dal cardinale Marcello Semeraro e concelebrata dai vescovi della Catalogna, ci sono stati diversi riferimenti alla volontà di sottolineare il messaggio dei tre martiri cappuccini “per la riconciliazione e la pace”.

Il momento clou è stato quello della scoperta dell’icona dei nuovi beati, collocata nell’abside, mentre il cardinale leggeva il rituale della beatificazione, concluso con l’applauso dei 600 presenti. L’immagine, opera dell’artista Laura Alberich, rappresenta i tre martiri cappuccini mentre alzano le mani in segno di accettazione e preghiera e contemplano con venerazione la Moreneta (la Madonna di Montserrat, ndt) e suo Figlio. In seguito si sono svolte la processione e la venerazione delle reliquie dei nuovi beati, la cui festa è stata fissata al 6 novembre, come gli altri martiri cappuccini. Con questi tre sono ormai 30 i martiri cappuccini della Catalogna beatificati.

I tre frati svolsero a Manresa “un ministero esemplare e fecondo nella predicazione e nella guida spirituale” ha spiegato nell’omelia il cardinale Semeraro. “Quando scoppiò la guerra civile il loro convento fu occupato, devastato e incendiato dai miliziani” ha continuato il porporato. Malgrado cercassero rifugio, “furono ricercati e ben presto catturati, poi furono sottoposti a percosse e umiliazioni. Furono giustiziati senza processo, solo perché erano cristiani, e accettarono con gioia di essere spogliati di tutto, sapendo di possedere beni migliori ed eterni” ha aggiunto Semeraro.

Il provinciale dei cappuccini di Catalogna e Baleari, fra Eduard Rey, si è augurato che la celebrazione sia “un contributo alla riconciliazione e alla pace”. Si è rivolto ai nuovi beati con queste parole: “Vi immagino come protagonisti di riconciliazione, pregando per quanti, in quei momenti di follia collettiva, furono i vostri carnefici, e chiedendo a Dio che possano godere la pace della sua visione gloriosa accanto a quelle che furono le loro vittime. Vogliamo anche fare nostra la vostra preghiera e che questa celebrazione sia stata un contributo alla riconciliazione e alla pace”:

“È stata una celebrazione storica perché è stata la prima beatificazione nella nostra diocesi di Vic in epoca moderna” ha affermato il vescovo di Vic, Romà Casanova, nel suo intervento conclusivo di ringraziamento per la presenza del cardinale in rappresentanza del Papa. A braccio, il vescovo si è poi rivolto al cardinale con queste parole: “Dica al S. Padre che l’aspettiamo qui a Manresa per celebrare i 500 anni della presenza di S. Ignazio di Loyola e glielo dica molto forte”. Ha concluso chiedendo che la testimonianza dei beati sia “fermento di pace, di amore e di riconciliazione”. “La verità non muore mai e l’amore è l’unico cammino che porta alla vita piena” ha aggiunto.

La celebrazione, presieduta dal Prefetto della Congregazione per le cause dei santi, Semeraro, è stata concelebrata dal nunzio apostolico e dai vescovi di Vic, Tarragona, Urgell, Sant Feliu de Llobregat, Girona e Tortosa, dagli ausiliari di Barcellona, dal vicario dei cappuccini, dagli abati di Montserrat e Poblet e da una cinquantina di cappuccini. Erano presenti tra gli altri i sindaci di Manresa e Sant Pere de Riudebitlles, come pure il direttore di Affari religiosi e il commissario per il dialogo interculturale del Comune di Barcellona.

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