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(Plataforma Entitats Cristianes) La Piattaforma delle Associazioni cristiane con gli immigrati ha diffuso un comunicato sulla morte di quasi 50 persone nell’enclave di Melilla. Le organizzazioni riaffermano “la necessità di continuare a lavorare, giorno dopo giorno, instancabilmente, nella costruzione di una società in cui tutte le persone possano vivere insieme indipendentemente dalla loro origine, qualunque sia il colore della loro pelle”. E si impegnano a farlo partendo dalle loro associazioni, comunità e parrocchie che compongono la Piattaforma delle Associazioni cristiane con i migranti.

La morte di quasi 50 persone a Melilla, dicono, "è un ulteriore episodio del razzismo che pervade le nostre politiche migratorie. La maggior parte delle persone che sono morte lì erano persone in fuga dal Ciad e dal Sudan, paesi con gravi conflitti. Erano quindi persone che avrebbero sicuramente potuto aspirare a essere riconosciute come rifugiati e invece si sono ritrovate intrappolate tra una recinzione e le forze di sicurezza della polizia marocchina. L'esternalizzazione delle frontiere che sta portando avanti l'Europa è la massima espressione di questo razzismo istituzionale".

Per questo riaffermano il loro impegno per la costruzione di un "noi sempre più grande" che passa, spiegano, attraverso "la lotta al razzismo e ad ogni forma di discriminazione; il lavoro fianco a fianco con gli organismi di autogestione creati dagli stessi migranti; e il cambio di prospettiva che cambi anche le nostre organizzazioni”.

Queste sono state le conclusioni che hanno raccolto nel documento finale dell’anno accademico. Un impegno che nasce, ricordano, dopo il lavoro svolto nella Piattaforma in questo 2021-2022 e che “cercheremo di continuare e proiettare nei prossimi anni. L’alternativa è tra una società ospitale e fraterna dove la convivenza sia possibile oppure una società ostile, disuguale e fratricida. Su questo continueremo a lavorare giorno per giorno e dal basso”.

La Piattaforma delle Associazioni cristiane con i migranti è formata da diversi organismi cattolici e non, tra cui Justícia i Pau, Mans Unides di Barcellona, Caritas Diocesana di Barcellona, diversi Segretariati dell’Arcidiocesi di Barcellona, Unione dei religiosi di Catalogna, Chiesa protestante di Barcellona centro, Fundació Ortodòxia.

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