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Catalunya Religió
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(Andrea Acali / Exaudi) Il Pontificio istituto di studi arabi e di islamistica (Pisai) ha ospitato dal 18 al 20 novembre un importante convegno sulla figura di Ramon Llull, beato e filosofo originario di Maiorca che ha avuto un influsso notevole sulla cultura medievale tra Duecento e Trecento, sul dialogo interreligioso e sulla lingua catalana, di cui è considerato uno dei padri.

“Il beato Raimondo Lullo: il personaggio e il suo rapporto con l’Islam” era il titolo del convegno, rinviato più volte per la pandemia, organizzato dal Pisai, dall’Ateneu Universitari Sant Pacià di Barcellona e dalla Scuola superiore di studi medievali e francescani della Pontificia Università Antonianum.

Sono stati tre giorni di confronto sull’attualità della figura di Llull, con il contributo di importanti studiosi dell’enorme opera dello scrittore medievale, ma anche sulla sua rilevanza religiosa. Gli atti del convegno, pubblicati in anticipo proprio perché è stato rinviato a causa della pandemia, sono stati curati dal preside del Pisai, padre Diego Sarrió Cucarella, e contengono il contributo, tra gli altri, di studiosi come Jordi Gayà, Maribel Ripoll Perelló, Xavier Calpe, Marta Romano.

Ad aprire le giornate è stato il cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, già preside del Pisai, mentre l’intervento conclusivo è stato affidato al Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, cardinale Luis F. Ladaria, maiorchino come Llull. Tra gli altri interventi, quello del vescovo di Maiorca, mons. Sebastià Taltavull, e del postulatore della causa di canonizzazione del beato, Gabriel Ramís.

La figura del beato è particolarmente attuale nel quadro del dialogo interreligioso che tanto sta a cuore a Papa Francesco. Il cardinale Ayuso ha sottolineato come Llull definiva il Mediterraneo “il mare dell’unico Dio e delle molte comunità di credenti”. Ha anche ribadito come il suo “ideale di concordia universale” sia “antesignano di quella fratellanza universale che sta al centro dell’impegno pastorale di Papa Francesco”. “Un personaggio complesso – ha concluso – dalle intuizioni moderne, con semi di dialogo a cui guardare ancora oggi”.

Un’idea condivisa da Armand Puig, rettore del Sant Pacià che non ha potuto partecipare di persona ma ha inviato il suo intervento: “Llull è stato il più moderno tra gli antichi, va oltre il suo tempo. Nella sua visione condivide il sogno della fraternità universale e non esclude alcuna persona dalla ricerca della verità”.

Il vescovo di Maiorca ha evidenziato tre caratteristiche di Llull: “Amore saggio, preghiera umile e dialogo sincero sintetizzano un personaggio – ha detto mons. Taltavull – che è un regalo per il nostro popolo e per tutta la Chiesa. Il pensiero, l’opera e la personalità di Llull possono toccare oggi la sensibilità di tutti”.

Padre Ramís nella sua relazione ha fatto il punto sul processo di canonizzazione e proclamazione di Llull come dottore della Chiesa: “L’iter giuridico si è concluso positivamente – ha affermato – ora tutto è nelle mani del Papa.

La conclusione è stata affidata al cardinale Ladaria, “non in quanto esperto ma semplicemente perché sono concittadino di Llull” ha detto il Prefetto. “Una figura per me familiare: quando frequentavo la chiesa di San Francesco, che è una meraviglia, entravo dalla porta laterale e a sinistra trovavo il sepolcro di Llull. Era come un’amicizia. E poi potevo contemplare la sua immagine in ogni chiesa di Maiorca. Sono lieto che gli studi su di lui progrediscano, il suo esempio sia per tutti noi luce e forza. Llull è un amico dell’Amato” ha detto il cardinale riferendosi a uno dei libri del beato. “Questo definisce quello che è nel profondo del suo essere. Che il suo impulso missionario – ha concluso – possa essere anche il nostro”.

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