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Catalunya Religió
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Fotografia: Grup Sant Jordi.
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Grup Sant JordiPapa Francesco è convinto che "la realtà è più importante dell'idea" e che dobbiamo lavorare insieme dove possibile, con priorità ben chiare: a favore dei migranti, dei poveri e contro il cambiamento climatico. È una delle riflessioni di fondo che sono state presentate sabato scorso alla XVII Jornada Sant Jordi. Dal titolo 'Una comunità, una persona, un cammino: Papa Francesco', l'evento si è svolto a Barcellona. Vi hanno partecipato oltre 130 persone.

Una giornata incentrata sulla comprensione delle azioni e dello stile di un leader mondiale a cui non mancano le opposizioni. Un leader che denuncia il clericalismo e la corruzione, con un chiaro programma di governo, già annunciato nella scelta del suo nome, ispirato al poverello di Assisi. Così hanno spiegato i due relatori ospiti: il teologo Martí Gelabert e la giornalista argentina Elisabetta Piqué.

Il teologo e domenicano maiorchino ha raccolto il pensiero di Francesco, con la necessità di "rendere presente nella predicazione la preoccupazione per i poveri, l'impegno per la giustizia e la trasformazione delle strutture ecclesiali". Il professore e decano emerito della Facoltà di Teologia di Valencia ha fatto proprio il monito del Papa sui pericoli dell'autoreferenzialità e della chiusura che impoverisce. E l'ha contrapposta a una Chiesa in uscita, centrata sull'annuncio del vangelo a tutti gli uomini.

Gelabert si è soffermato sull'importanza del linguaggio: “Quando una Chiesa non sa parlare al mondo, il vangelo non è comprensibile”. Il teologo ha anche ricordato i sinodi promossi da papa Francesco, che prevedono un "dialogo bidirezionale di rispetto e ascolto reciproco".

Il domenicano ha parlato di “segni concreti dell'apertura del papa”, secondo la convinzione del pontefice che senza azione la parola è vuota. Tra gli altri, ha parlato dell'accoglienza degli omosessuali, della partecipazione dei divorziati ai sacramenti e ha difeso "un nuovo modo di trattare" l'aborto, a partire dalla domanda su "cosa abbiamo fatto per accompagnare adeguatamente le donne che vivono situazioni molto dure".

Francesco ha cambiato lo stile di essere Papa. Non solo con "cambiamenti estetici", ma nel rapporto che instaura con gli altri.

L’intervento di Elisabetta Piqué si è concentrato su come Francesco ha cambiato lo stile di essere Papa. Non solo con "cambiamenti estetici", come i vestiti o le scarpe, ma nel rapporto che instaura con gli altri. Francesco si è subito "definito vescovo di Roma" e, secondo la giornalista argentina, il cambio di stile è stato una "costante del suo pontificato".

Piqué ha descritto un Papa con doti di "leadership nei momenti di grande crisi" e una persona che "parla a tanti". Ha sottolineato la "capacità impressionante che ha di comunicare" e di farlo con un linguaggio semplice e diretto. Ha assicurato che "tutti lo capiscono" e che "è molto consapevole del potere dei media".

Un altro dei pilastri dell'azione del Papa è la riforma della Curia, che guida innanzitutto verso la necessaria “riforma della mentalità e dei cuori”. La giornalista ha esposto i cambiamenti nei vari dicasteri, e la svolta nella creazione del Dicastero al servizio della Carità in questa visione di una “Chiesa dei poveri e per i poveri”.

Nel tratteggiare l'azione del pontefice, ha spiegato come stia inserendo i laici e le donne in posti di responsabilità in Vaticano. Ha parlato anche della riforma delle finanze in termini di "trasparenza e responsabilità". E ha descritto un papa per il quale non ci sono più argomenti tabù: fra le altre questioni, Francesco ha affrontato gli abusi sessuali sui minori da parte di preti.

Un papa che ha indetto diversi sinodi perché sia ​​"il popolo di Dio" a prendere la parola. Con l'obiettivo di porre fine al clericalismo e tornare all'essenza della missione ecclesiale. In questo senso la giornalista ha anche sottolineato il lavoro di dialogo che ha svolto in ambito ecumenico, con le altre Chiese cristiane, e interreligioso, con i musulmani, senza dimenticare il compito di gettare ponti che ci si aspetta da un papa, a favore della pace nel mondo.

Tra i partecipanti, oltre alla nota religiosa Lucia Caram, il neo Direttore Generale per gli Affari Religiosi della Generalitat, Carles Armengol, che ha applaudito la scelta del tema della giornata: "Papa Francesco è una benedizione che abbiamo ricevuto nella Chiesa, ma allo stesso tempo è molto importante per tutto il mondo". E ha detto che Bergoglio si propone "di trasformare la realtà e migliorare la nostra vita, come nessun altro leader mondiale sta facendo, non in modo ideologico ma basato su atteggiamenti umani".

All'introduzione ha partecipato anche Lluís Martínez Sistach. Il cardinale emerito di Barcellona ha ricordato che “il cristiano ha bisogno di formazione” e ha sottolineato che “il Papa è un uomo che si è impegnato nella riforma della curia”.

Infine, il coordinatore della Tribuna Joan Carrera, Marcel Joan, ha evidenziato la necessità di dare “un piccolo contributo per sostenere il Papa” in un contesto in cui “gli attacchi intra ed extra-ecclesiastici che riceve sono enormi”.

La Jornada Sant Jordi è uno spazio di incontro annuale che promuove la riflessione su uno stile ecclesiale legato all'impegno sociale e radicato nel Paese. Fu promosso dal vescovo di Barcellona ​Joan Carrera.

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