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(Càritas Catalunya) L’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del decreto che introduce il Reddito Minimo Vitale è un passo decisivo nella lotta contro la povertà estrema, ci rende più degni come Paese, rafforza i nostri sistemi di garanzie sociali per le persone escluse e ci avvicina alla media europea in materia di reddito minimo. È il giudizio complessivo che Caritas Catalunya dopo l’approvazione di questa misura per alleviare la crisi sociale (a seconda delle condizioni la cifra varierà da 462 a 1.015 euro mensili e sarà necessario cercare attivamente un lavoro, ndt)

Un reddito minimo statale (a livello locale in Catalogna esiste da tre anni un reddito di cittadinanza, che sarà compatibile con la nuova misura, ndt) era una misura richiesta dalla Caritas da anni e faceva parte delle otto proposte politiche presentate in occasione delle ultime elezioni. Inoltre era stata proposta ripetutamente sia dalla Fondazione Foessa (fondazione di studi sociali della Caritas, ndt) che da altre associazioni.

Questa misura allevierà la situazione di centinaia di migliaia di famiglie che vivono in condizioni estreme. “Consideriamo positivamente il RMV come diritto soggettivo per le persone in condizioni di precarietà economica. È un salto avanti nella garanzia dei diritti e nella protezione delle persone più vulnerabili” hanno commentato dall’associazione. Secondo la Caritas, è importante che questa risorsa cerchi di combattere la povertà estrema con particolare attenzione alle famiglie con figli, sebbene perda efficacia protettiva rispetto alle famiglie numerose.

Tuttavia, l’associazione segnala che il decreto ha importanti carenze che impediranno di percepire il RMV a persone che ne avrebbero diritto. Tra l’altro, sono esclusi gli immigrati in situazioni amministrative irregolari. Malgrado la Legge vigente preveda il diritto ad accedere a due prestazioni sociali di base, Caritas Catalunya lamenta questa grave omissione. Le persone in condizioni amministrative irregolari vivono, lavorano e contribuiscono alla società e molto spesso si trovano in condizioni di grave precarietà.

L’altro allarme riguarda “la restrizione per l’accesso dei giovani. Non condividiamo che non si possa accedere al RMV dai 18 anni, specialmente per quanti escono dal sistema di protezione dei minori”. Sebbene si possa richiedere dai 23 anni, sarà quasi impossibile accedervi considerando che occorre aver vissuto in maniera indipendente negli ultimi tre, cosa improponibile nel contesto attuale.

Preoccupa anche il rischio che siano esclusi quanti sono usufruiscono di progetti finanziati con fondi pubblici. Ci sono persone che partecipano a progetti di inclusione di spazi residenziali che sarebbero chiaramente destinatari del RMV.

Accanto ad aspetti positivi e carenze, Caritas Catalunya ritiene essenziale che la Generalitat mantenga le risorse destinate al Reddito di cittadinanza che deve essere complementare al RMV e deve estendere la copertura a categorie che non vi possono accedere.

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