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Catalunya Religió

(Glòria Barrete –CR) Interrompere un progetto familiare, separarsi, divorziare o vivere una rottura sentimentale non è mai facile. E se al dolore e alla ferita che uno prova si aggiunge il rifiuto della propria comunità cristiana o la sensazione di non sentirsi degni, riprendersi diventa davvero difficile. Con l’obiettivo di accogliere, accompagnare e integrare la realtà di persone separate e divorziate, le Comunità di Vita Cristiana (Cvx) hanno ideato la Rete SAL. Si tratta di una proposta pastorale con strumenti concreti che sarà presentata sabato 16 novembre presso il Casal Loiola di Barcellona.

Le Comunità di Vita Cristiana sono un’associazione mondiale di laici che vivono la spiritualità ignaziana. Si organizzano in “squadre di missione”, su temi come la famiglia, la migrazione, la situazione politica. La squadra della famiglia da alcuni anni lavora a diverse iniziative che ha messo a disposizione della Chiesa e da tempo ha anche rilevato la necessità di lavorare con quanti hanno vissuto una crisi familiare.

“Ci siamo riuniti una settantina di persone per tre anni per vedere come potevamo aiutare queste persone” spiega Maria Labernia, della squadra della missione famiglia di Cvx. Da quell’esperienza, con il lavoro e il supporto di specialisti, è stata elaborata l’iniziativa “Quattro Stagioni”. Uno strumento pastorale e spirituale che utilizza la metafora delle quattro stagioni dell’anno. Si comincia dall’inverno, che si traduce in un accompagnamento individuale; segue l’autunno, “un tempo in cui si propone un laboratorio di perdono per poter curare la ferita che rimane dopo una separazione” spiega Labernia. Più tardi arriva la primavera, un tempo più comunitario; infine l’estate, “tempo per vivere la spiritualità in un modo diverso, attraverso il sostegno e l’accompagnamento spirituali”. Maria Labernia ha vissuto in prima persona questa situazione: è separata da dodici anni. “La sensazione che avevo quando mi sono separata era di essere sola”. Ora, riconosce, l’esortazione “Amoris Laetitia” ha aperto una grande porta e crede che “la proposta della Rete SAL può aiutare le persone a fare un cammino, ad avvicinarsi” perché secondo la sua esperienza, “c’è soprattutto molta solitudine nel processo di una separazione”.

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